sabato 26 dicembre 2009

Compiti per le vacanze...


Pubblico i compiti che vi ho assegnato per le vacanze... Buon lavoro!!

Ricordo che le pagelline verranno consegnate giovedì 7 gennaio dalle ore 15.30 alle ore 18.30 e che tutti i docenti riceveranno i genitori.

Per venerdì 8 gennaio

GRAMMATICA: fare l'analisi grammaticale di TUTTI i nomi contenuti nel brano dell'esercizio 29 di pg. 93 (e non solo di quelli sottolineati come dice la consegna). L'esercizio deve essere fatto sul QUADERNO. La sequenza da seguire è la seguente: indicare il significato del nome (proprio, comune, indviduale, collettivo), genere (maschile o femminile), numero (singolare o plurale) struttura (primitivo, derivato, alterato, composto)
Es: CASETTA: n. comune di cosa, ind., femm., sing, alterato diminutivo di CASA.

STORIA: ripassare l'unità 1 (fine di un impero) da pg. 37 a pg. 50

Per sabato 9 gennaio

ANTOLOGIA: leggere BENE tutte le favole da pg. 144 a pg. 158.

GEOGRAFIA: studiare da pg. 40 a pg. 43 e rispondere sul quaderno alle domande di pg. 43. Studiare da pg. 12 a pg. 15 dell'atlante.

martedì 22 dicembre 2009

Letterina a Babbo Natale


LETTERINA DI NATALE

Carissimo Babbo Natale,
siamo gli alunni della IB della scuola media Europa di Zero Branco e ti scriviamo questa letterina per darti qualche consiglio a proposito dei doni che dovrai distribuire tra pochissimi giorni.
Siccome siamo ragazzini molto fortunati e le nostre case sono ricolme di tante cose, vorremmo farti quest’anno delle richieste speciali.
GIULIA: vorrei donare un sorriso a tutti i bambini che in questo momento stanno soffrendo.
MATTIA: vorrei che tutte le persone che non hanno una casa potessero trovare qualcuno disposto ad ospitarle.
DAVIDE C.: vorrei che nel mondo ci fossero più pace, amore, bontà e felicità.
LUMNI: vorrei che tutti i bambini fossero felici.
SARA: vorrei che i poveri non fossero più poveri.
DAVIDE G.: vorrei che non ci fosse più il razzismo tra i popoli.
MARTINA: vorrei che tutti i bambini del mondo avessero cibo a sufficienza e una famiglia con cui passare il Natale.
MARCO: vorrei che tutte le persone che si amano fossero felici per sempre.
GIULIANO: vorrei che i bambini poveri e le loro famiglie avessero vestiti per coprirsi dal freddo dell’inverno.
NICOLE: vorrei che non ci fosse più la guerra nel mondo perché la guerra porta distruzione e sofferenza.
KADRI: vorrei che questo mondo fosse migliore.
RICCARDO: vorrei togliere dalle mani dei bambini le armi che purtroppo sono costretti ad usare in molti paesi della Terra .
GIADA: vorrei che le famiglie che stanno passando dei brutti momenti potessero essere serene in questi giorni.

Caro Babbo Natale, a questo punto ti diamo delle "dritte" per i nostri compagni di classe...
A Nicole potresti portare un peluche a forma di diavoletto perché abbiamo scoperto che è un’acqua cheta.
A Lumni potresti portare delle caramelle per addolcirlo, visto che a volte è un po’ “aspro”.
A Giuliano una bella batteria così si sfoga a casa e non ci stressa a scuola e una casa nuova.
A Mattia dei mulinelli nuovi per la canna da pesca e una dieta efficace per arrivare presto a 40 chili.
A Marco porta un nuovo cagnolino perché non ce l’ha più, un silenziatore per quando si soffia il naso e un cestino dell’umido tutto suo per i fazzoletti.
A Davide G. porta un’enciclopedia e un vocabolario nuovi (perché deve aggiornarsi), un pollaio nuovo, una BELLA MUSERUOLA per farlo stare finalmente zitto (soprattutto durante la mensa e la ricreazione), un puzzle “impossibile”, un bel libro con gli insegnamenti per non piangere per niente e una flebo per le ore di arte.
A Sara regala uno “scongelatore” così si scioglie un po’ e un megafono così la sentiamo quando parla.
A Davide C. una canna da pesca nuova (perché le sue sono vecchie), un laghetto artificiale, un computer con la connessione a internet così può partecipare al blog e un po' di memoria, così si ricorda quello che deve dire quando alza la mano.
A Riccardo un bilico di pane e Nutella, una batteria doppia gran cassa Pearl, meno “sprotaggine” con le ragazze.
A Kadri un libro per non cacciarsi nei guai, un paio d’ali per volare invece di cadere dagli alberi e un’armatura che lo protegga dagli assalti di Checchin.
A Giada una “pastiglia” per il coraggio e un computer con la connessione a internet per scrivere nel blog.
A Giulia un casco da astronauta così anche se parla nessuno la sente e dei fogli ad anelli rinforzati perché non ce li ha mai.
A Martina un’arca di Noè per ospitare tutti gli animali che le piacciono e un corso di amicizia perchè tende a stare sempre con le sue amiche del cuore.
Ad Alice un paio di scarpe morbide così quando si arrabbia e tira calci sugli stinchi fa meno male e qualche brutto voto perché sta diventando un po’ noiosa con i suoi 9 e 10.
A Maurizio un manuale per l’ordine e uno sgabellino per arrivare a scrivere alla lavagna.
A Ilenia qualche difetto perché è troppo “perfettina”.
A Eleonora dei calmanti perché è un po’ troppo agitata e qualche sorriso in più.
A Irene qualche nuova amicizia perché sarebbe ora di allargarsi.
A Ivan la possibilità di disegnare un fumetto perché è veramente bravo e creativo.
A Maria Maddalena un bel block notes per fare i disegni e un carattere più femminile.
Alla prof. Ferrarese dei tappi per le orecchie per non sentire Gasparin che racconta le sue storie, un camion carico di pazienza per sopportarci, una macchina 4 x 4, una bacchetta magica per farci diventare più bravi e, alla fine dell’anno, un bel viaggio ai Caraibi per rilassarsi.

Grazie e arrivederci al prossimo anno!!!

BUONE FESTE!!


Carissimi ragazzi, auguro a voi e alle vostre famiglie di trascorrere un Natale sereno riscoprendo la gioia di stare assieme a chi amiamo di più.


Prof. Ferrarese

sabato 19 dicembre 2009

FAVOLE DI NATALE


Mentre VOI ve ne stavate a casa tranquilli a fare a palle di neve, NOI a scuola abbiamo lavorato, eccome!! Qui di seguito trovate tre favole scritte a quattro e a sei mani dai superstiti di questo sabato pre-vacanze di Natale. Siccome sono proprio carine, meritano di essere pubblicate nel nostro blog!!

IL VECCHIO GIULIANO (Marco&Ivan)

La mattina della vigilia di Natale, un vecchietto uscì di casa per tagliare un pino. Raggiunta la pineta, tagliò un alberello e si avviò verso casa. L’anziano sveltì il passo perché era molto freddo e cominciava a nevicare. Giuliano, questo era il suo nome, arrivò alla sua abitazione e vide un lupo infreddolito che bussava alla porta di casa sua supplicando: “Vi prego, fatemi entrare al calduccio, portatemi dentro altrimenti morirò congelato!” Il vecchio, vedendolo così sofferente, lo portò in casa con sé. Dopo un po’ il lupo cominciò a sentirsi meglio e decise di aiutare il vecchio Giuliano ad addobbare l’albero di Natale. Il giorno dopo era Natale e i parenti di Giuliano vennero a trovarlo per il pranzo. Affacciandosi alla finestra della cucina videro il lupo ai fornelli. Spaventati, scapparono via a gambe levate e urlando a squarciagola sotto la neve! Il vecchio li rincorse per rassicurarli dicendo: “ Non abbiate paura, è un lupo innocuo, non vi farà niente!”. Ma fu tutto inutile… Tornato a casa, dopo pranzo, il lupo e Giuliano si misero a giocare a briscola e il vecchio commentava così quello che era accaduto: “Che sciocchi sono stati i miei parenti! Il pranzo era proprio squisito e la compagnia di questo bestione non è poi così male! E’ proprio vero: non bisogna giudicare gli altri dall’aspetto esteriore!!”

UN REGALO SPECIALE (Martina&Alice)

Un giorno un topo incontrò una giraffa nel deposito di un supermercato. Entrambi erano lì per comprare gli addobbi di Natale. Quando la giraffa vide il topo, scappò spaventata e disgustata. Il topolino si chiese perché la giraffa avesse avuto quella reazione, visto che lei era grande e possente, mentre lui era così piccolo e indifeso. Ad un certo punto la giraffa si rese conto che la sua paura era proprio sciocca. I due divennero amici inseparabili, si aiutarono nelle difficoltà e, anche se erano così diversi, si volevano bene come se fossero fratello e sorella. La giraffa e il topo considerarono questa amicizia come il regalo di Natale più bello che avessero mai ricevuto, perché non c’è cosa più bella che trovare un VERO amico! La morale di questa favola è: chi trova un amico, anche se molto diverso, trova un tesoro!!

EVVIVA IL NATALE!! (Mattia&Giuliano&Davide G.)

In mezzo ad un bosco c’era una casetta e al suo interno si trovava un vecchietto che girava la polenta. Nelle vicinanze si aggiravano un tacchino e un lupo in cerca di cibo. Quando si incontrarono, il tacchino disse al lupo: “Non mangiarmi, perché ho sentito odore di polenta calda! Potremmo mangiarla assieme…” Allora, avvicinandosi alla casa, videro il vecchio che stava mescolando la polenta e si chiesero come fare per rubarla. Ad un certo punto arrivò un agnellino e disse ai due animali affamati: “State attenti a non farvi scoprire, perché il vecchio tramuterà il tacchino in arrosto, il lupo in un tappeto peloso e me in un pullover!” Ma i tre non si scoraggiarono: durante la notte si intrufolarono in casa del vecchio e il lupo sussurrò ai due complici: “L’agnellino prenderà la polenta, mentre noi ci terremo pronti se il vecchio per caso dovesse svegliarsi.” Il batuffolino bianco prese la pentola, però cadde per terra svegliando così il vecchiaccio che, dopo aver acceso la luce e imbracciato l’archibugio che teneva nascosto sotto al letto, gridò: “Voaltri, cossa si drio far? Ve copo!!”. Pronti all’attacco, il tacchino si gonfiò, prese la rincorsa e cominciò a beccare le gambe del vecchio, mentre il lupo diede un bel morso al suo fondoschiena. Il nonno lasciò cadere l’arma e scappò a gambe levate. I tre dissero: “Finalmente anche noi festeggeremo il Natale”.
La morale di questa favola è: chi non si arrende, ottiene ottimi risultati!

martedì 15 dicembre 2009

Stessa favola, morale diversa

Ci sono delle favole che, pur narrando la stessa vicenda, si concludono con una morale diversa. Si tratta di favole molto antiche che, nel tempo, sono state diversamente riscritte e interpretate dagli scrittori, trovando una nuova morale. Qui trovate due favole "classiche" di Fedro ("La volpe e l'uva" e "La rana e il bue") riscritte da Gianni Rodari. Quali sono le differenze tra la morale di Fedro e quella di Rodari? Vi piace di più la morale di Fedro o quella di Rodari?


LA VOLPE e L'UVA - Fedro
Un giorno una volpe affamata passò accanto a una vigna e vide alcuni bellissimi grappoli d'uva che pendevano da un pergolato.
- Bella quell'uva! - esclamò la volpe e spiccò un balzo per cercare di afferrarla, ma non riuscì a raggiungerla, perchè era troppo alta. Saltò ancora e poi ancora e più saltava più le veniva fame.
Quando si accorse che tutti i suoi sforzi non servivano a nulla disse: - Quell'uva non è ancora matura e acerba non mi piace! - E si allontanò dignitosa, ma con la rabbia nel cuore.
La favola è scritta per coloro che disprezzano a parole ciò che non possono avere.

ALLA VOLPE - Rodari
Questo è quel pergolato
e questa è quell’uva
che la volpe della favola
giudicò poco matura
perché stava troppo in alto.
Fate un salto,
fatene un altro.
Se non ci arrivate
riprovate domattina,
vedrete che ogni giorno
un poco si avvicina
il dolce frutto;
l’allenamento è tutto.


LA RANA GONFIATA E IL BUE - Fedro
Una volta una rana vide un bue in un prato. Presa dall'invidia per quell'imponenza prese a gonfiare la sua pelle rugosa. Chiese poi ai suoi piccoli se era diventata più grande del bue. Essi risposero di no. Subito riprese a gonfiarsi con maggiore sforzo e di nuovo chiese chi fosse più grande. Quelli risposero: - Il bue. Sdegnata, volendo gonfiarsi sempre più, scoppiò e mori. Quando gli uomini piccoli vogliono imitare i grandi, finiscono male.

IL BUE E LA RANA - Rodari
Una rana voleva diventare
grossa come il bue.
Si comincia a gonfiare,
a gonfiare...
Il bue si spaventa
ha paura che scoppi.
E allora diventa
lui
piccolo piccolo
per farla contenta.

martedì 8 dicembre 2009

REGISTRO LINGUISTICO


Ricordo perfettamente quel giorno perché a scuola ho fatto una colossale figura di ci-a-ci-ci-a (per la cronaca: odio il suono delle parolacce e se proprio devo dirle preferisco fare lo spelling all'inglese). Certo, figuracce ne ho fatte tante in vita mia, ma quella ha battuto davvero ogni record. Mi vergogno perfino a raccontarla e forse farei meglio a tenerla per me… Ma nel frattempo sono sicuro che gira già su Internet (potenza dei pettegolezzi scolastici) e quindi posso anche sputare il rospo.
Ora di matematica: il Manetti cincischia alla lavagna e si blocca sul massimo comun divisore. La prof lo rimanda a posto e chiama me a finire l'espressione. Ci vado un po' tremante, anche se so il fatto mio. La lavagna mi mette sempre soggezione, mi prende strizza quando devo fare qualcosa davanti a tanta gente. Oltrepassando il banco di Samantha, le lancio un'occhiata di sbieco. La intravedo impassibile attorcigliarsi all'indice uno dei suoi boccoli biondi. I suoi occhi sono azzurri e glaciali, però (cavolo!) bellissimi. Li punta su di me mentre sto afferrando il gessetto con falsa nonchalance. E' inevitabile: il gessetto mi cade per terra e io (che altro devo fare?) mi chino a raccoglierlo. Poi mi rialzo di scatto e sento uno strap. Dopo lo strap sento una risata gigantesca, megagalattica, sganasciante. Finalmente anche Samantha sorride, o meglio, ride a bocca spalancata. Credo che questo sia stato il mio primo pensiero dopo la catastrofe. Il secondo è stato che avevo freddo alle ginocchia e il terzo che i pantaloni della tuta erano per terra e io ero in mutande rosa a rombi rossi davanti a tutta la classe. C'è stato anche un quarto pensiero di terrore puro, quando mi sono ricordato che gli slip avevano pure un buchetto sul di dietro. Non so che avrei fatto se la prof, ridacchiando pure lei, non mi avesse tirato su i pantaloni con gesto fulmineo sistemandoli con uno spillo da balia provvidenziale trovato in borsa.
- Adesso piantatela, ragazzi! -, ha detto battendo la mano sulla cattedra per far smettere il baccano. - Un elastico che si allenta è cosa che può capitare a chiunque…
No, cara prof, non a chiunque. Perlomeno, non a chi porta pantaloni come si deve, comprati in negozi di sport e di marca decente. E in classe nostra io sono l'unico a portare toni comprati alle bancarelle del mercato rionale. Per la cronaca: da noi in Toscana le tute da ginnastica si chiamano toni - e i miei sono appunto da due lire.
(Domenica Luciani, Tostissimo, Feltrinelli-Kids)
Eh sì, mi pare che questo brano renda bene l'idea di che cosa intendiamo per "registro informale". Molti scrittori lo usano per descrivere con efficacia i personaggi della realtà: li fanno parlare con linguaggio gergale, anche con errori, per presentarli così come sono. Possiamo imitare questi scrittori, ma solo in certe situazioni: TUTTO DIPENDE DA CHI LEGGERA' IL NOSTRO TESTO...
Se il libro vi incuriosisce (questo è l'incipit) potete leggerlo anche on line in Google.

lunedì 7 dicembre 2009

IL MERCANTE D'ACQUA


Un giovane, che gira il mondo zaino in spalla e si guadagna da vivere con piccoli lavori che gli consentono di continuare a viaggiare, si imbarca un giorno con dei pescatori di coralli e approda su un’isola semideserta. Lì decide di fermarsi. In realtà sull’isola un villaggio c’è e il giovane si trova di fronte una comunità a suo modo felice, che lo accoglie e lo integra velocemente. La vita prosegue serena fino a quando l’acqua nei pozzi comincia a scarseggiare e poi si esaurisce completamente. Nell’isola di Terra Secca – questo è il suo nome – c’è anche un padrone, Melebù, che vive in una villa al centro dell’isola circondata da bodyguard e soldati in divisa. Il suo pozzo è l’unico ancora pieno. Per ottenere l’acqua della sopravvivenza, il villaggio decide di vendere tutti i pozzi vuoti a Melebù, che ha già organizzato una stazione di rifornimento d’acqua per le navi in transito. Melebù vede nei lavoratori soltanto manodopera da sfruttare per ricavarne il massimo profitto. Alla sua morte subentra il nipote, che decide di prendere in considerazione le richieste salariali e sociali del villaggio. La vita sull’isola sembra così migliorare. Anche perché il nuovo padrone permette agli operai di diventare consumatori dei propri prodotti e crea in questo modo nuove esigenze di consumo. Fioriscono nuovi stabilimenti, la pubblicità e i primi fast food: la rincorsa ai consumi disgrega però la comunità-villaggio e i pozzi sono ormai in buona parte avvelenati dalla plastica e dai pesticidi. Un gruppo di ribelli convince allora gli abitanti a boicottare i prodotti industriali e a procurarsi da soli ciò di cui hanno bisogno. Ce la faranno. A Terra Secca ormai le sicurezze personali sono garantite dall’economia del bene comune, che riesce a garantire diritti in cambio di tempo.
Questa è la storia da cui è stato tratto il copione che rappresenteremo alla fine del nostro laboratorio di teatro.
In questo post potremo discutere dei progressi del nostro lavoro e dei temi che affronteremo.
BUON LAVORO A TUTTI!!